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ALVISE I MOCENIGO

 

DOGE 85°

(1570-1577)

 

 

 

 

 

DI  ROLANDO MIRKO BORDIN

 

 

alvise mocenigo, nacque a Venezia il 26 ottobre 1507, da Tommaso (procuratore di venezia), del ramo a S. Stae, e da Lucrezia Marcello.

 

grazie alla famiglia Ricca alvise mocenigo, intraprese la carriera politica come savio agli Ordini per il semestre ottobre 1532 - marzo 1533, occupandosi soprattutto dell’appalto dei convogli mercantili.

 

Qualche mese dopo sposa Loredana Marcello di Alvise di Gian Francesco, di un ramo diverso da quello materno: il legame implicava importanti interessi economici nella rete del commercio internazionale.

 

alvise mocenigo, Dopo il matrimonio, destinato a rimanere sterile, spostò la sua residenza per un breve periodo a S. Margherita, poi nella vicina isola della Giudecca.

 

ottobre 1534  FINO al marzo 1535.

 

Fu savio agli Ordini.

 

NUOVAMENTE NEL semestre ottobre 1537 - marzo 1538.

 

14 dicembre 1539.

 

Eletto capitano a Vicenza,vi si recò nel giugno seguente, per essere sostituito da Francesco Badoer un anno dopo.

 

22 febbraio 1544.

 

e’ tra i savi alle Decime e a luglio ricopre il saviato di Terraferma.

 

11 giugno 1545.

 

eletto ambasciatore presso Carlo V.

 

alvise mocenigo, nel pieno della sua attivita’ politica, era eloquente e ricco.

 

queste due qualità Gli sarebbero servite, vista la delicata congiuntura politica, che vedeva l’imperatore impegnato nella fase cruciale del conflitto con i principi protestanti, mentre a Trento si apriva il concilio.

 

marzo 1546-03 giugno 1548.

 

Lasciata Venezia, raggiunse Carlo V ad Augusta, per seguirlo nei suoi spostamenti presso i vari campi di battaglia.

 

vi e’ un documento descrittivo, che elenca i domini dell’Asburgo e della sua famiglia, ma alle colonie americane (che mOCENIGO chiama «il Mondo novo») sembra non dare importanza.

 

Quanto ai rapporti di Carlo con gli altri principi, alvise Mocenigo esalta l’affiatamento con il fratello Ferdinando…Gran cosa per certo e meravigliosa è questa, che in doi principi, che sono così diversi di natura et di costume, vi sia un così estremo amore et tanta uniformità di volere»; Relazioni … .

 

Interessante la narrazione delle battaglie alle quali alvise mocenigo aveva personalmente assistito, con particolare riguardo alla vittoria di Mühlberg (24 aprile 1547), era questa la collocazione della Serenissima come unico baluardo contro lo strapotere imperiale al di qua delle Alpi: logica conclusione di chi in Carlo d’Asburgo vedeva un gran principe e, contemporaneamente, un temibile avversario per la Repubblica.

 

1549-1554.

 

Rimpatriato con il titolo di cavaliere, alvise mocenigo e’ savio di Terraferma per il primo semestre.

 

provveditore sopra le Fortezze il 3 ott. 1551.

 

podestà a Crema il 12 luglio 1552, ove rimase dal 21 sett. 1552 al 15 febbr. 1554, occupandosi soprattutto delle acque che circondavano la città.

 

Fu poi savio di Terraferma da aprile a tutto settembre 1554 (l’8 nov. 1553 era stato eletto ambasciatore in Francia, ma ottenne la dispensa); quindi nell’ottobre 1554 entrò a far parte del consiglio dei Dieci e il 2 ott. 1555 divenne membro della commissione per la costruzione della scala dei giganti a palazzo ducale.

 

1556-1577

 

e’ eletto bailo alla sede di Costantinopoli, ma ancora una volta chiese di esserne dispensato.

 

sopraprovveditore alla Sanità il 30 giugno.

 

savio di Terraferma da ottobre a marzo 1557.

 

savio alle Acque il 29 aprile 1557 .

 

eletto ambasciatore a Roma il 17 settembre.

 

1558-1559

 

Raggiunse la sede nell’aprile 1558, mentre il papato stava avviandosi a una nuova dimensione politica, attraverso la stipula di concordati e l’istituzione di specifiche nunziature. Dei ventisette mesi della permanenza romana ci resta la relazione, letta in Senato nell’ottobre 1560.

 

Sostanzialmente e’ negativo il suo giudizio sullo Stato pontificio.

 

1560-1562

 

Savio del Consiglio dal 1° ott. 1560, l’8 dicembre lasciò la carica per portarsi a Padova, dov’era stato eletto podestà; qui si fermò sino all’aprile 1562, occupandosi delle faide nobiliari e della carestia che interessava la provincia.

 

e’ tra i savi del Consiglio dal giugno al settembre 1562. entra a far parte del consiglio dei Dieci.

 

1563-1565

 

e’ savio del Consiglio per il semestre aprile-settembre 1563. consigliere per il sestiere di Dorsoduro dal 1° ottobre al 4 agosto 1564, giorno in cui venne eletto con Marino Cavalli ambasciatore presso Massimiliano II per congratularsi della sua elezione all’Impero; la missione si svolse dal 28 settembre al 23 ottobre, dopo di che il M. fu savio del Consiglio per il primo semestre 1565.

 

il 20 agosto 1565 e’ provveditore alle difese del Friuli, incarico rinnovato il 17 dicembre 1566.

 

In questa carica dovette affrontare la questione relativa all’opportunità di ridurre Udine a baluardo orientale, risolta solo vari anni dopo con la creazione di Palmanova.

 

1566

 

e’ procuratore de ultra il 27 febbraio.

 

savio del Consiglio per il semestre aprile-settembre del 1567, 1568 e 1569, in tale veste il 30 ag. 1568 pronunciò il lodo sulle discordie che opponevano le principali famiglie friulane, essendone stato espressamente richiesto.

 

In questi anni fu anche savio all’Eresia, dimostrandosi poco incline alla S. Sede, nonostante la minaccia turca spingesse Venezia a cercare l’appoggio di Roma.

 

15 maggio 1570 - alvise i mocenigo e’ doge

 

da tempo alvise mocenigo era fra i candidati più autorevoli, ma era continuamente ostacolato dal suo rigore fortemente esibito in senato e il carattere troppo impulsivo.

 

Gli anni del suo dogato non furono per nulla facili: il conflitto con i Turchi divento’ sempre piu’ aspro.

 

La caduta di Cipro nell’agosto 1570, fu seguita dalla vittoria della Lega santa antiturca, costituita da Venezia con Pio V e Filippo II di Spagna, a Lepanto il 07 ottobre 1571.

 

questi eventi non cambiarono gli equilibri nel Mediterraneo orientale.

 

1573-1577

 

nel mese di marzo Venezia firmò una pace onerosa con Costantinopoli.

 

Alla guerra si sommarono l’incendio del palazzo ducale avvenuto l'11 maggio 1574 e, l’anno dopo, la peste. alvise mocenigo risultò inviso a tutti: al patriziato per le ricchezze e al popolo che gli incolpava la difficile congiuntura del momento.

 

 

alvise i mocenigo Muore a Venezia il 4 giugno 1577.

 

 

Fu sepolto, accanto alla moglie morta l’11 dicembre 1572, nel monumento, da lui voluto, nella controfacciata della chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo.

 

 

 

 

 

fonti e bibliografia

 

 

 

 

Archivio di Stato di Venezia

 

 

Misc. codd., I, St. veneta, 20

M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de’ patritii veneti …, V, cc. 173, 175, 179, 187; Segretario alle voci, Elezioni in Maggior Consiglio, regg. 1, c. 114; 2, cc. 26, 147; 3, cc. 108, 173; 4, cc. 1, 81, 201

Segretario alle voci, Elezioni in Pregadi, reg. 1, cc. 12- 14, 26, 30, 36, 53, 73, 83; 2, cc. 7, 19, 52-53, 58, 62, 74; 3, cc. 1, 3, 5-6, 22, 31, 38, 71-72, 108; 4, c. 2

Dieci savi alle Decime, Redecima del 1566, bb. 127/560; 141/1102

Notarile, Testamenti, b. 1256/12.

 

Venezia, BiblIOTECA nazionale Marciana

 

Mss. It., cl. VII, 533 (=8812): F. Molin, Compendio … delle cose … degne di memoria, p. 80; Relazione di Roma di L. M. 1560, in Le relazioni degli ambasciatori veneti al Senato, a cura di E. Alberi, s. II, 4, Firenze 1857, pp. 21-64

M. Sanuto, I diarii, LVI-LVIII, Venezia 1901-03, ad indices; Nunziature di Venezia, VIII, (marzo 1566-marzo 1569), a cura di A. Stella, Roma 1963, pp. 223, 298, 303-305, 308; IX (26 marzo 1569-21 marzo 1571), a cura di A. Stella, ibid. 1972, pp. XII, 45, 269, 272

Relazioni di ambasciatori veneti al Senato, a cura di L. Firpo, II, Germania (1506-1554), Torino 1970, pp. XXII, XXX, 531-699

E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, I, Venezia 1824, p. 88; VI, ibid. 1853, pp. 9, 614, 640, 653

A. Da Mosto, I dogi di Venezia nella vita pubblica e privata, Firenze 1977, pp. 274-283, 572

A. Manno, Politica e architettura militare: le difese di Venezia (1557-1573), in Studi veneziani, n.s., XI (1986), pp. 121, 123-125; W. Wolters, L’autocelebrazione della Repubblica nelle arti figurative, in Storia di Venezia. VI. Dal Rinascimento al Barocco, a cura di G. Cozzi - P. Prodi, Roma 1994, pp. 476, 478, 480, 496 s.

F. Ambrosini, Storie di patrizi e di eresia nella Venezia del ’500, Milano 1999, pp. 114, 243, 252

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A. Stella, Lepanto nella storia e nella storiografia alla luce di nuovi documenti, in Studi veneziani, n.s., LI (2006), pp. 218, 222, 229-234, 236 s., 241 s., 246-249, 254 s., 257, 261-264, 266

P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v. Mocenigo, tav. XIII.