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2024

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GIOVANNI BEMBO

 

DOGE 92°

(1615-1618)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DI  ROLANDO MIRKO BORDIN

 

 

 

 

 

GIOVANNI BEMBO  SECONDO DI CINQUE FIGLI DI AGOSTINO DI BENEDETTO E DI CHIARA DEL BASSO, NAQUE A VENEZIA IL 21 AGOSTO 1543.

 

SEBBENE LA SUA FAMIGLIA FOSSE DI ANTICHISSIMA NOBILTÀ LA SITUAZIONE FINANZIARIA NON ERA DELLE PIÙ ROSEE ANCHE SE IN QUEL PERIODO, OVVERO POCO DOPO LA SUA NASCITA STAVA RITORNANDO UN FORTE BENESSERE GRAZIE AGLI ENORMI CAPITALI DEL NONNO MATERNO DI NOME BONADIO, QUESTI UN RICCHISSIMO MERCANTE DI STOFFE DI ORIGINI BERGAMASCHE.

 

GIOVANNI BEMBO FU AVVIATO APPENA DODICENNE ALLA VITA DI MARE.

 

1570

 

 

ALL’ETÀ DI 27 ANNI RICOPRÌ LA CARICA DI SOPRACOMITO DI GALERA NELLA GUERRA ANTITURCA AVVENUTA NEGLI ANNI: 1570-1571-1572-1573, DISTINGUENDOSI NELLA  BATTAGLIA DI LEPANTO CATTURANDO TRE GALERE NEMICHE.

 

 

 

BATTAGLIA DI LEPANTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PRIMA DOMENICA D'OTTOBRE DELL'ANNO 1571.

 

QUESTA RAPPRESENTATA È LA FLOTTA DELLA LEGA E QUELLA TURCA PRONTE ALLA BATTAGLIA DAVANTI A LEPANTO.

 

LA LEGA CRISTIANA, SCHIERA 202 GALEE PRECEDUTE DA SEI GALEAZZE VENETE (I VENEZIANI ALLINEANO 110 IMBARCAZIONI).

 

I TURCHI HANNO 208 GALEE PIÙ 63 UNITÀ MINORI.

 

AL TRAMONTO PER LA VITTORIA CRISTIANA PARLANO LE CIFRE: 80 NAVI TURCHE AFFONDATE, 140 CATTURATE, 8000 I PRIGIONIERI, 30.000 I TURCHI MORTI.

 

 

LA LEGA  CONTA 12 GALEE PERDUTE 7600 I VENEZIANI MORTI.

 

 

 

 

 

 

Domenico Tintoretto

 

 (secolo XVII-Venezia Palazzo Ducale)

 

 

  

Questo dipinto  rappresentante La Santa Giustina, espone la guerra e la gente di mare che offre un modello di Galera a Venezia, molto probabilmente fatto eseguire dal Doge Giovanni Bembo per la presenza nel dipinto del suo stemma.

 

L'allegoria celebra la vittoria di Lepanto nel giorno di Santa Giustina, in una partizione degli elementi naturali sui quali domina Venezia, l'acqua a destra solcata dalla sua flotta vittoriosa e la Terraferma a sinistra dove la potenza viene espressa dallo scudo, su cui appare effigiata la fortezza di Palmanova.

 

Le altre e figure rappresentano la vittoria alle spalle della Serenissima in armi, per assicurarle protezione assieme alla gente di mare nella figura dello schiavone, che le offre un modello di Galera, e poggiando i piedi sui due elementi sta a simboleggiare la forza.

 

 

 

 

 

1577

 

DALL’ANNO 1577 ALL’ANNO 1579, GIOVANNI BEMBO FU CAPITANO DELLA GUARDIA DI CANDIA, AVENTE IL COMPITO DI SORVEGLIARE LA COSTIERA DELL’ISOLA ATTACCATA CONTINUAMENTE DAI CORSARI.

 

GOVERNATORE DELL’ISOLA CONTINUÒ LA LOTTA CONTRO LA PIRATERIA COME CAPITANO DEL GOLFO DALL’ANNO 1581 ALL’ANNO 1583.

 

1588

 

GIOVANNI BEMBO RITORNÒ A CANDIA NELL’ANNO 1588 PER RIMANERVI FINO ALL’ANNO 1591 CON LA CARICA DI CAPITANO GENERALE CON L’ORDINE DI DIRIGERE IL RAFFORZAMENTO DELLE FORTIFICAZIONI, COMPRESO LA COSTRUZIONE DI TERRAPIENI CON GLI ANNESSI SCAVI NEL PORTO PRINCIPALE, ONDE EVITARE L’INTERRAMENTO.

 

1591

 

GIOVANNI BEMBO FU PROVVEDITOR D’ARMATA TRA LA FINE DEL 1591 E INIZIO DEL 1595, PRESENTANDO SUCCESSIVAMENTE UN’INTERESSANTE RELAZIONE AL SENATO, E PRECISAMENTE IL 25 APRILE 1595 SUGGERENDO UN PIÙ FUNZIONALE CONTROLLO E UN PIÙ ACCURATO CONTENIMENTO DELLE SPESE, CHE AVREBBERO PERMESSO DI AUMENTARE GLI STIPENDI ALLE MILIZIE, DENUNCIANDO AL TEMPO STESSO I METODI POCO SCRUPOLOSI E I GUADAGNI ESORBITANTI DEI “BARBIERI” OVVERO GLI ADDETTI A CUI SPETTAVA L’ASSISTENZA SANITARIA DI BORDO NELLE GALERE.

 

1596

 

NELL’ANNO 1596 COPRÌ PER UN BREVE PERIODO DI TEMPO LA CARICA DI PROVVEDITORE GENERALE DELLA FORTEZZA DI PALMANOVA, QUESTO PERCHÈ COSTRETTO A LETTO DA UN’INFERMITÀ E QUINDI IMMEDIATAMENTE  SOSTITUITO DA MARCANTONIO MEMMO PER ORDINE DEL SENATO.

 

LE SUE CONDIZIONI PESSIME DI SALUTE LO AFFLISSERO ANCHE DURANTE IL PROVVEDITORATO GENERALE IN DALMAZIA E IN  ALBANIA NEGLI ANNI 1597-98.

 

CIONONOSTANTE, PROSEGUÌ L’ENERGICA CONDOTTA DEL PREDECESSORE ALMORÒ TIEPOLO, MORTO A ZARA NEL PIENO DELLA SUA AZIONE CONTRO GLI USCOCCHI.

LA MARTELLANTE REPRESSIONE DECISA DA GIOVANNI BEMBO, INDUSSE L’IMPERATORE RODOLFO A CHIEDERE A VENEZIA UNA TREGUA, FU QUESTA LA DECISIONE PRESA PER IL MANCATO AIUTO DA PARTE DELL’ARCIDUCA FERDINANDO DA GRAZ.

 

DINNANZI AI CONTINUI FEROCI ATTACCHI DEGLI USCOCCHI GIOVANNI BEMBO RIEBBE DAL SENATO VENEZIANO LIBERTÀ DI MOVIMENTO, DA QUI NE DERIVARONO DURE RAPPRESAGLIE, TRA CUI IL BLOCCO DEL COMMERCIO ARCIDUCALE, COMPRESA LA RIGIDA SORVEGLIANZA DELLA COSTIERA CON L’ESECUZIONE CAPITALE IMMEDIATA PER I PIRATI  CHE CERCAVANO DI SBARCARE A TERRA.

 

AVVENNE COSÌ IN MANIERA QUANTO MAI IMMEDIATA L'ESPUGNAZIONE DI NOVI, FEUDO DEI CONTI FRANGIPANI, SUDDITI ARCIDUCALI CHE DAVANO APPOGGIO AI CORSARI.

 

ANCHE GLI USCOCCHI NON ERANO DA MENO, A ROVIGNO SACCHEGGIARONO UNA GALERA E ALTRE DIECI NAVI CARICHE DI MERCANZIE, A VEGLIA PRESERO CINQUE GROSSE IMBARCAZIONI MERCATILI ALBANESI, TRUCIDANDONE TUTTO IL LORO EQUIPAGGIO.

 

1598

 

GIOVANNI BEMBO NEL FEBBRAIO 1598 FU SUL PUNTO DI STERMINARE TUTTI GLI USCOCCHI, DOPO ESSERE RIUSCITO A BLOCCARLI.

 

REDUCI QUESTI DI UNA RAZZIA AI DANNI DEI MORLACCHI, A ROGONSIZZA, NEI PRESSI DI SEBENICO, VI ERANO  COMPRESI ANCHE I TURCHI CHE A LORO VOLTA SI APPRESTAVANO AD IMPEDIRNE LO SCONFINAMENTO NEI LORO TERRITORI.

 

ACCERCHIATI SIA PER TERRA CHE PER MARE, ESSI SI VIDERO PERDUTI MA, ACCOMPAGNATI DALLA FORTUNA APPROFITTANDO DEL FORTE SCIROCCO RIUSCIRONO A SCAPPARE LA NOTTE DEL 17 FEBBRAIO. 



 

 

 

GIOVANNI BEMBO NARRA NELLA SUA RELAZIONE:

 

 

 

....PRESENTATA E LETTA NELL’ECCELLENTISSIMO SENATO A’ DI 12 SETTEMBRE 1598 ...PIÙ TOSTO, PIGLIANDO IL VENTO IN PUPPA, DI METTERSI AL PERICOLO DI AFFOGARSI TUTTI, CHE DI STARE AD ASPETTARMI PER COMBATTERE ... LA FORTUNA ARRISE ALLA LORO TEMERARIETÀ, IL VENTO FORTE E LA NOTTE FAVORIVANO LORO LA FUGA FRAMMEZZO ALLE DI NOI GALERE VENETE ..., CONCLUDO CHE IL SIGNOR IDDIO, PER CAUSE SECRETE NON HABBIA VOLUTO PERMETTERE, CHE SEGUISSE QUELLA FATTIONE, LA QUALE VENIVA A RIUSCIR SEGNALATISSIMA CON ESTIRPATIONE DI QUELLA PESSIMA GENTE.

 

NELLA RELAZIONE GIOVANNI BEMBO DENUNCIAVA AL SENATO LA SITUAZIONE DELLA DALMAZIA TROVANDOLA ...VERAMENTE MOLTO TRAVAGLIATA E AFFLITTA, ET RIDOTTA IN UN MISERO STATO DI POVERTÀ.

 

1601

 

A VENEZIA GIOVANNI BEMBO DOPO ESSERE STATO SAVIO GRANDE E CONSIGLIERE FU ELEVATO, IL 14 AGOSTO 1601, ALLA DIGNITÀ DI PROCURATOR DE ULTRA, AL POSTO DI ALVISE GIUSTINIAN, PER POI NEL GENNAIO 1607 ESSERE ELETTO CAPITANO GENERALE DA MAR.

 

NON A TUTTO IL PATRIZIATO LA SCELTA PARVE FELICE DAL MOMENTO CHE LA SITUAZIONE IN QUEL PERIODO ERA MOLTO GRAVE.

 

ANTONIO QUERINI COSI' DEFINIVA GIOVANNI BEMBO: ...SOGGETTO NELLA PROFESSIONE MARITTIMA DI LUNGA ET INVECCHIATA ESPERIENZA, MA GIUDICATO DA MOLTI MIGLIOR OPERATORE ET ESSECUTORE DE GL’ORDINI ALTRUI CHE RETTORE E CAPO SUPREMO DI QUEI CONSIGLI CHE A CARICA COSÌ GRANDE SI RICERCAVANO...

 

GIOVANNI BEMBO ERA AL COMANDO DI UNA POTENTE FLOTTA, COMPLETAMENTE AFFIDATAGLI DALLA REPUBBLICA, QUESTA DESTINATA PRINCIPALMENTE AD INTIMIDIRE LE EVENTUALI VIOLAZIONI SPAGNOLE RIGUARDANTI LA GIURISDIZIONE DEL GOLFO CHE LA REPUBBLICA DI VENEZIA TEMEVA SI VERIFICASSERO, CON LA COMPLICITÀ DELLA SANTA SEDE, QUESTA SPINTA DA ALCUNI MEMBRI DELLA CURIA, AVENTI IL COMPITO DI PORTARE UN’AZIONE AGGRESSIVA SUL CONFINE OCCIDENTALE APPOGGIATA DAL CONTE DI FUENTES, ALLORA GOVERNATORE DI MILANO.

            

IL TRAVAGLIATO RICOMPORSI DELLA CONTESA CON ROMA TOGLIEVA SICURAMENTE QUALSIASI PRETESTO ALLA SPAGNA, ALLA QUALE INOLTRE IL PERMANENTE CONTINUO CONFLITTO NEI PAESI BASSI SCONSIGLIAVA DI DISPERDERE ALTROVE LE MILIZIE; QUINDI, A DIFFERENZA DELL’ANNO PRECEDENTE, NON FURONO MANDATE NAVI DA GUERRA SPAGNOLE NEL GOLFO.

 

GIOVANNI BEMBO AVEVA FATTO DI CORFÙ LA SUA BASE MILITARE E PERCIÒ LA SUA FLOTTA SI LIMITAVA AD UNA FUNZIONE DIMOSTRATIVA DI FORZA NELL’INTENTO BEN PRECISO DI PROVOCARE PREOCCUPAZIONE E TIMORE AGLI SPAGNOLI CON CONTINUI SPOSTAMENTI NEL MARE IONIO.

 

NELL’ANNO 1612 GIOVANNI BEMBO FU TRA GLI ELETTORI DEL DOGE MARCANTONIO MEMMO, MA GIA' ALLORA ERA TRA I CONCORRENTI ALLA MASSIMA CARICA DELLO STATO.

 

DOPO LA MORTE DI MARCANTONIO MEMMO AVVENUTA IL 31 OTTOBRE 1615, GLI ELETTORI SI ACCORDARONO IL GIORNO 2 DICEMBRE DI ELEGGERE GIOVANNI BEMBO NUOVO DOGE DI VENEZIA.

 

FU QUESTO UN CONCLAVE LUNGHISSIMO DELLA DURATA DI 24 GIORNI, INFATTI VIDE BEN 114 VOTAZIONI NONOSTANTE LE FORTI PRESSIONI DELLA SIGNORIA CHE NE SOLLECITAVA UNA RAPIDA SCELTA POICHÈ LA VACANZA DOGALE PARALIZZAVA TUTTA L’ATTIVITÀ POLITICO-LEGISLATIVA.

 

IL PROBLEMA STAVA NEL FATTO CHE LA POLITICA POCO INCISIVA E INSODDISFACENTE CONDOTTA DA GIOVANNI BEMBO ALL’INTERNO DEL SENATO PORTAVA MOLTO SCOMPIGLIO TRA I PATRIZI ELETTORI, ANCHE SE LA SUA LUNGA CARRIERA MARITTIMA LO RENDEVA DEGNO DELL’ALTISSIMA CARICA.

 

FRANCESCO CONTARINI SI COMPLIMENTAVA CON LUI IN UN’ORATIONE PUBBLICATA A VENEZIA NELL’ANNO 1616 CON QUESTE PAROLE: ...CHE CHI PER LO SPATIO DI QUARANTA E PIÙ ANNI HAVEVA SEMPRE COMANDANDO PELLEGRINATO, FINALMENTE NEL PORTO DELLA SUA PATRIA REGGENDO SEDESSE, GRANDEMENTE AMATO DALLA NOBILTÀ, ET PIÙ DAL POPOLO IL QUALE SI COME ISTRAORDINARIAMENTE LO DESIDERAVA PER DOGE, COSÌ NE HA SENTITO GRANDISSIMO GUSTO... .

 



NEL BREVE DOGATO DI GIOVANNI BEMBO LE PROVOCAZIONI SPAGNOLE SI FANNO SEMPRE PIÙ PRESSANTI MA, NON SEMBRANO TURBARLO PIÙ DI TANTO, FORSE PER IL MOTIVO CHE LA CARICA STESSA CONFERITAGLI NON POTEVA PORTARE AD UNA PRESA DI POSIZIONE TALE DA DECIDERE EGLI STESSO, SONO CONVINTO CHE SOLAMENTE LA PERSONALITÀ DELLA FORZA DI LEONARDO DONÀ ERA STATA IN GRADO DI PERMETTERSELO.

 

L’AMBASCIATORE INGLESE WOTTON SCRIVEVA CHE GIOVANNI BEMBO ERA DOTATO PIÙ MORALMENTE CHE INTELETTUALMENTE, NON ELOQUENTE, ANZI IMPACCIATO E STENTATO NEL PARLARE, DI SCARSA CULTURA,  LENTO NELL’INTUIRE,  INCAPACE  DI APPROFFONDIRE, TUTTAVIA ERA STIMATO PER IL DIGNITOSO PASSATO, IL SINCERO PATRIOTTISMO E LA TRANQUILLA DEVOZIONE.

 

SI LEGGE  NELLE  CRONACHE  DEL TEMPO  DI  UN BEFFARDO RIMPROVERO AL DOGE GIOVANNI BEMBO FATTO DAL SAVIO GRANDE SEBASTIANO VENIER NEL COLLEGIO  ACCOMPAGNATO  DA  UN’IRRIVERENTE RISATA GENERALE.

 

LA CAUSA ERA CHE IL DOGE, NELLA SALA DEL CONSIGLIO DINNANZI AI MOLTI PATRIZI CHE LA GREMIVANO, AVEVA DATO UNA RISPOSTA TROPPO REMISSIVA AL NUNZIO, IL QUALE AVEVA ENERGICAMENTE PROTESTATO PER LE PERCOSSE INFLITTE DA ALCUNI NOBILI A UN BENEDETTINO.

 

SEMBRA CHE PER QUESTO EPISODIO GIOVANNI BEMBO TORNATO NELLA SUA CASA UMILIATO PROFONDAMENTE SI AMMALÒ, E DOPO POCHI GIORNI MORÌ, ERA IL 16 MARZO 1618 (È POCO ATTENDIBILE LA CAUSA DELLA SUA MORTE).

 

 

NON SI SA PER CERTO DOVE VENNE SEPOLTO, MA SECONDO LA CRONACA DEL TEMPO ( A MIO AVVISO DOPO AVERE LETTO LA STORIOGRAFIA ESPOSTA IN MODO CONFUSO, COME SI VOGLIA CELARE IN MANIERA POCO CHIARA L’AVVENIMENTO), SEMBRA CON MOLTA PROBABILITÀ CHE LA SEPOLTURA FU NELLA TOMBA DI FAMIGLIA A S. ANDREA DI ZIRADA, NEL SESTRIERE DI S.CROCE.

 

 

 

 

Fonti e bibliografia

 

 

Archivio di Stato di Venezia

 

-Provveditori in Zecca, Scritture e Risposte, N°1258, carteggio 170t., 173-75, 176-77, 177t., 186t, 187

-Ducale del 29 dicembre 1615 : Ducati 186.450 di paste d’argento da convertirsi in Scudi Mezzi e Quarti --Senato Zecca :filza 16.-19.

-Provveditori in Zecca, Parti in Senato : 33,211.-33,260-33,214-33,253-33,255-

 

Museo Civico Correr

 

-Codice Cicogna 3781

-G.Priuli Pretiosi Frutti del Maggior Consiglio 1.c.94r.

-G.A.Guarnerio De bello Cyprio, Bergomi 1597,p.154.

-Marcantonio Memmo, Relazioni della Fortezza di Palma presentata al Senato nel 1599, Venezia   1863.pp.17-25.G.P.Contarini Historia delle cose successe dal principio della guerra mossa da Selim ottomano...Venetia 1645.

-V.Siri Memorie recondite, I, Ronco 1676, p.407.

 

Archivio di Stato di Brescia

 

-B.Nani Historia della Republica veneta, Venetia 1676, pp.90 s.

-F.Sansovino Venetia città nobilissima et singolare, Venetia 1663, pp.6-7, 17-40-53.

 

Biblioteca Queriniana di Brescia

 

-M.Minuci, Historia de Uscochi...continuata dal P.M.Paolo...sino all’anno 1616, Venetia 1686.

-G.Sagredo Memorie storiche de’ monarchi ottomani, Bologna 1686

-G.Palazzi, Fasti ducales, Venetiis 1696.

-A.Morosini, Historie venetae,Venezia 1718-1720.

 

Biblioteca Papadopoli

 

- Raccolta citata, carteggio 102-104-106-112.