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2024

 

 

 

PASQUALE CICOGNA

 

DOGE 88°

(1585-1595)

 

 

 

 

 

DI  ROLANDO MIRKO BORDIN

 

 

 

PASQUALE CICOGNA NAQUE A VENEZIA IL GIORNO 27 MAGGIO 1509,  DA GABRIELE CICOGNA E DA MARINA MANOLESSO, QUESTA APPARTENENTE A UNA FAMIGLIA DI ANTICHISSIMA NOBILTA'.

 

1631

 

NELL'ANNO 1381, PASQUALE CICOGNA GODENDO DELLA POSIZIONE DELLA FAMIGLIA ALL'INTERNO DELL'AGIATO PATRIZIATO (RICCO), ENTRA IN CARICA NEL MAGGIOR CONSIGLIO. 

 

PASQUALE CICOGNA EBBE QUATTRO FRATELLI E DUE SORELLE.

 

FRANCESCO, MARCO, ANTONIO, GIOVANNI. 

 

FRANCESCO, MORÌ ANCORA BAMBINO.

 

MARCO, PERCORSE UNA BRILLANTE CARRIERA NAVALE DISTINGUENDOSI NELLA BATTAGLIA DI LEPANTO.

 

ANTONIO  VENNE ELETTO DAL SENATO CON LA CARICA DI PROCURATORE DI S.MARCO.

 

1572

 

GIOVANNI, VENNE ELETTO DAL SENATO CON LA CARICA DI GOVERNATORE DI GALEA NELL’ANNO 1572.

 

LA CARRIERA DI PASQUALE CICOGNA FU STRAORDINARIA ALL’INTERNO DELLO STATO VENEZIANO, CONTRIBUENDO CON LO ZIO GIROLAMO AD INSERIRE LA SUA FAMIGLIA NEL NOVERO DELLE FAMIGLIE DELL’OLIGARCHIA SENATORIA.

 

QUESTO È DIMOSTRATO NON SOLO DAL FATTO CHE RICOPRÌ CON REGOLARITÀ QUELLE MASSIME CARICHE CHE VENIVANO ASSEGNATE A UN RISTRETTO GRUPPO DI PERSONE ( IL CHE POTREBBE SIGNIFICARE SOLAMENTE UNA RAGGIUNTA POSIZIONE DI RICONOSCIMENTO COME PRESTIGIO PERSONALE NEGLI ANNI DELLA MATURITÀ E DELLA VECCHIAIA ), MA ANCHE DAL FATTO CHE A PARTIRE DAL SETTIMO DECENNIO DEL SECOLO GIROLAMO E PASQUALE INIZIARONO A RICOPRIRE LE MASSIME CARICHE DELLA REPUBBLICA DI VENEZIA.

 

DELLA FAMIGLIA CICOGNA MEMBRI SEMPRE PIÙ NUMEROSI VENNERO ELETTI AD IMPORTANTI MAGISTRATURE, ANCHE SE PER LE CARICHE SENATORIE SI ERA VERIFICATO IN MISURA DI GRAN LUNGA MINORE NELLA PRIMA METÀ DEL SECOLO.

 

1536

 

LA PRIMA MAGISTRATURA RICOPERTA DA PASQUALE CICOGNA FU QUELLA DI TESORIERE DELLA PATRIA DEL FRIULI, (APRILE 1534 AL LUGLIO 1536), FU CASTELLANO DI CORFÙ DAL GIUGNO 1539 AL GIUGNO 1541.

 

DELLE NUMEROSE CARICHE ASSEGNATEGLI LA PRIMA RICOPERTA ERA NEI POSSEDIMENTI DEL LEVANTE COME RETTORE.

 

1542

 

DAL MARZO 1542 AL MARZO 1544 FU CASTELLANO A LESINA.

 

1544

 

DALL’OTTOBRE 1544 ALL’OTTOBRE 1546 FU PROVVEDITORE DI ROCCA D’ANFO.

 

1548

 

NELL’ANNO 1548 SPOSÒ LAURA, FIGLIA  DI MARCANTONIO MOROSINI E DI CRISTINA TIEPOLO DEL RAMO DI S.POLO.

 

1549

 

DAL SETTEMBRE 1549 AL SETTEMBRE DEL 1550 FU PROVVEDITORE SOPRA I BANCHI.

 

1550

 

DAL MARZO 1550 AL LUGLIO 1551 FU GIUDICE ALLA CURIA DI PETIZION.

 

1553

 

DALL’OTTOBRE 1553 AL FEBBRAIO 1555 FU SOPRACONSOLE DEI MERCANTI.

 

1556

 

DAL GIUGNO 1556 AL GIUGNO1557 FU DEI DIECI SAVI SOPRA LE DECIME DI RIALTO.

 

1558

 

DAL GENNAIO 1558 FU RETTORE DI RETIMO; RIUSCENDO IN QUEL PERIODO A RESPINGERE GLI ATTACCHI DEI PREDONI RIMANENDO FINO A SETTEMBRE DLL’ANNO 1560.

 

1563

 

NELL’OTTOBRE 1563 FU ELETTO PROVVEDITORE SOPRA I BENI INCULTI, CHE ERA LA CARICA DI ELEZIONE SENATORIA ED È PROPRIO NEGLI ANNI 1562-1563 CHE TROVIAMO LO ZIO DI PASQUALE CICOGNA, GIROLAMO, ELETTO AL MINOR CONSIGLIO (VI ERA STATO ELETTO PER LA PRIMA VOLTA NELL’ANNO 1560).

 

LA CORPOSA FAMIGLIA CICOGNA QUINDI, INIZIA AD INSTALLARSI NEI MASSIMI UFFICI DELLA REPUBBLICA.

 

ANCHE ALCUNI FIGLI DI GIROLAMO RICOPRONO MOLTE CARICHE, COMPRESE QUELLE FACENTI PARTE ALL’ELEZIONE SENATORIA.

 

1564

 

PASQUALE CICOGNA DAL GIUGNO 1564 ALL’OTTOBRE DEL 1565 RICOPRÌ L’IMPORTANTE UFFICIO DI PODESTÀ E CAPITANO DELLA CITTÀ DI TREVISO.

 

NEL MARZO 1566, FECE PARTE DEL COLLEGIO DEI DODICI NOBILI SOPRA LE ACQUE DEL CHIAMPO.

 

1567

 

NEL FEBBRAIO 1567 FU ELETTO PROVVEDITORE SOPRA GLI ATTI DEI SOPRAGASTALDI E NEL LUGLIO DEL 1567 È CENSORE, NELLO STESSO ANNO INOLTRE, FECE PARTE DEI QUARANTUNO ELETTORI PER L’ELEZIONE DEL DOGE PIETRO LOREDAN.

 

NELL’ANNO 1567 FU ELETTO DUCA DI CANDIA DOVE DOVETTE TRASCORRERE PARECCHI ANNI.

 

INFATTI I PROBLEMI DA AFFRONTARE NELL’ISOLA DI CANDIA ERANO MOLTI E IN PARTICOLARE MODO I RAPPORTI CON I TURCHI NON ERANO ASSOLUTAMENTE  FACILI.

 

DAI DISPACCI INVIATI ALLA REPUBBLICA DA PASQUALE CICOGNA, SI NOTA UNA CONTINUA TENSIONE PER I MOVIMENTI DELL’ARMATA TURCA, QUASI FOSSE UN PRESAGIO A QUALCOSA DI GRAVE.

 

ALTRI PROBLEMI DELL’AMMINISTRAZIONE DELL’ISOLA CHE EMERGONO DA ALTRI DISPACCI RIGUARDAVANO LA LOTTA CONTRO LO SPIONAGGIO A FAVORE DEI TURCHI.

 

INOLTRE VI SONO I PROBLEMI AGRICOLO-ECONOMICI LEGATI ALLA SCARSITÀ DEL RACCOLTO CON LA CONSEGUENTE RICHIESTA DI GRANO AI RETTORI DI CIPRO.

 

LA CRISI ERA IN PARTICOLARE MODO LEGATA ALLA CRONICA MANCANZA DI DENARO DALLA QUALE NON SI POTEVANO ESEGUIRE TUTTI GLI ORDINI PROVENIENTI DA VENEZIA, E SICURAMENTE MANCANDO IL DENARO NON ERA POSSIBILE LA REPRESSIONE DELLE TURBOLENZE INTERNE.

 

IL PROBLEMA DEI BANDITI ERA MOLTO SPINOSO ED È INTERESSANTE NOTARE CHE LE ISTRUZIONI DEL CONSIGLIO DEI DIECI CONTENEVANO UNA VERA E PROPRIA AUTORIZZAZIONE ALL’APPALTO PRIVATO DELLA GIUSTIZIA.

 

PASQUALE CICOGNA SI LAMENTA PER L’APPUNTO CON IL CONSIGLIO ACCUSANDOLO DI NON AVERE IL DENARO NECESSARIO PER PAGARE LE TAGLIE PROMESSE AI PRIVATI MERCENARI, CUI ERA STATO AFFIDATO IL COMPITO DI COMBATTERE I BANDITI.

 

1573

 

PASQUALE CICOGNA SCADUTO IL BIENNIO DEL DUCATO RIMASE ANCORA NELL’ISOLA DI CANDIA, PRIMA COME“VICE CAPITANO ET CONSIGLIERE”, IN UN SECONDO TEMPO COME PREFETTO DI CIDONE, POI NEL 1573, COME PROVVEDITORE ALLA CANEA.

 

QUESTI ULTIMI ANNI TRASCORSI IN CANDIA PER PASQUALE CICOGNA FURONO UN’INCUBO.

 

 

 

 

 

OLTRE ALL’ASSALTO TURCO A SUDA, AVVENNE UN GRAVISSIMO ATTACCO DA PARTE DEL PIRATA UCCIALI A REITMO DOVE VENNERO TRUCIDATI ALCUNI NOBILI.

 

SICURAMENTE L’AVVENIMENTO PRINCIPALE FU LA GUERRA DI CIPRO.

 

PASQUALE CICOGNA SI OCCUPÒ INTENSAMENTE ALL’APPROVVIGIONAMENTO DELLE TRUPPE, RACCOGLIENDO QUANTI PIÙ SOLDATI GLI FU POSSIBILE PER MANDARLI IN AIUTO ALL’ARMATA VENETA; ...LA VITTORIA DI LEPANTO PORTÒ GRANDE ELOGIO E STIMA DA PARTE DELLA REPUBBLICA VENETA CON TUTTI GLI ONORI CHE NE CONSEGUIVANO A PASQUALE CICOGNA.

 

 

 

 

 

 

BATTAGLIA DI LEPANTO

 

 

 

 

Paolo Veronese  (1528–1588)

La battaglia di Lepanto

Galleria dell'Accademia

   

prima domenica di ottobre dell’anno 1571.questa e la rappresentazione della flotta della lega e quella turca pronte alla battaglia davanti a Lepanto.

 

 

 

 

 

 

SCHIERAMENTI 

 


FLOTTA DELLA LEGA

 

 

 

IL CENTRO DELLO SCHIERAMENTO CRISTIANO CATTOLICO SI COMPONEVA DI 28 GALEE E 2 GALEAZZE VENEZIANE, 16 GALEE SPAGNOLE E NAPOLETANE, 8 GALEE GENOVESI, 7 PONTIFICIE, 3 MALTESI, PER UN TOTALE DI 62 GALEE E 2 GALEAZZE. LO COMANDAVA DON GIOVANNI D'AUSTRIA COMANDANTE GENERALE DELL'IMPONENTE FLOTTA CRISTIANA: VENTIQUATTRENNE FIGLIO ILLEGITTIMO DEL DEFUNTO IMPERATORE CARLO V E FRATELLASTRO DEL REGNANTE FILIPPO II AVEVA GIÀ DATO OTTIMA PROVA DI SÈ NEL 1568 CONTRO I PIRATI BARBARESCHI. AFFIANCAVANO PER RAGIONI DI PRESTIGIO LA SUA GALEA REAL SPAGNOLA: LA CAPITANA DI SEBASTIANO VENIER, SETTANTACINQUENNE CAPITANO GENERALE VENEZIANO, LA CAPITANA DI SUA SANTITÀ DI MARCANTONIO COLONNA, TRENTASEIENNE AMMIRAGLIO PONTIFICIO, LA CAPITANA DI ETTORE SPINOLA, CAPITANO GENERALE GENOVESE, LA CAPITANA DI ANDREA PROVANA DI LEYNI, CAPITANO GENERALE PIEMONTESE, L'AMMIRAGLIA VITTORIA DEL PRIORE PIERO GIUSTINIANI, CAPITANO GENERALE DEI CAVALIERI DI MALTA.

IL CORNO SINISTRO SI COMPONEVA DI 40 GALEE E 2 GALEAZZE VENEZIANE, 10 GALEE SPAGNOLE E NAPOLETANE, 2 PONTIFICIE E 1 GENOVESE, PER UN TOTALE DI 53 GALEE E 2 GALEAZZE AL COMANDO DEL PROVVEDITORE GENERALE AGOSTINO BARBARIGO, AMMIRAGLIO VENEZIANO.

IL CORNO DESTRO ERA INVECE COMPOSTO DI 25 GALEE E 2 GALEAZZE VENEZIANE, 16 GALEE GENOVESI, 10 GALEE SPAGNOLE E SICILIANE E 2 PONTIFICIE, PER UN TOTALE DI 53 GALEE E 2 GALEAZZE, TENUTE DAL GENOVESE GIANANDREA DORIA.

LE SPALLE DELLO SCHIERAMENTO ERANO COPERTE DALLE 30 GALEE DI ALVARO DE BAZAN DI SANTA CRUZ: 13 SPAGNOLE E NAPOLETANE, 12 VENEZIANE, 3 PONTIFICIE, 2 GENOVESI. L'AVANGUARDIA, GUIDATA DA JUAN DE CARDONA SI COMPONEVA DI 8 GALEE: 4 SICILIANE E 4 VENEZIANE.

IN TOTALE LA FLOTTA CRISTIANA SI COMPONEVA DI 6 GALEAZZE, 206 GALEE, 30 NAVI DA CARICO, CIRCA 13000 MARINAI, CIRCA 44000 REMATORI, CIRCA 28000 SOLDATI CON 1815 CANNONI.

 

 

 

 

FLOTTA OTTOMANA

 

 

 

LA FLOTTA TURCA SCHIERATA A LEPANTO, REDUCE DALLA CAMPAGNA NAVALE CHE L'AVEVA IMPEGNATA DURANTE L'ESTATE, ERA VEROSIMILMENTE FORTE DI 170-180 GALERE E 20 O 30 GALEOTTE, CUI SI AGGIUNGEVA UN IMPRECISATO NUMERO DI FUSTE E BRIGANTINI CORSARI.

 

LA FORZA COMBATTENTE, COMPRENSIVA DI GIANNIZZERI (IN NUMERO TRA 2.500 E 4.500), SIPAHI E MARINAI, AMMONTAVA A CIRCA 20-25.000 UOMINI.

 

DI QUESTI, SICURAMENTE ARMATA D'ARCHIBUGIO ERA LA FANTERIA SCELTA DEI GIANNIZZERI, MENTRE LA GRAN PARTE DEGLI ALTRI COMBATTENTI ERA ARMATA DI ARCO E FRECCE. LA FLOTTA OTTOMANA, INOLTRE, ERA MUNITA DI MINORE ARTIGLIERIA RISPETTO A QUELLA CRISTIANA: CIRCA 180 PEZZI DI GROSSO E MEDIO CALIBRO E MENO DELLA METÀ DEGLI OLTRE 2.700 PEZZI DI PICCOLO CALIBRO IMBARCATI DAL NEMICO.


"I TURCHI SCHIERAVANO L'AMMIRAGLIO MEHMET SHORAQ (DETTO SCIROCCO) ALL'ALA DESTRA CON 55 GALEE, IL COMANDANTE SUPREMO MEHMET ALÌ PASCIÀ (DETTO IL SULTANO) AL CENTRO CON 90 GALEE CONDUCEVA LA FLOTTA A BORDO DELLA SUA AMMIRAGLIA SULTANA, SU CUI SVENTOLAVA IL VESSILLO VERDE SUL QUALE ERA STATO SCRITTO 28.900 VOLTE A CARATTERI D'ORO IL NOME DI ALLAH.

 

INFINE L'AMMIRAGLIO, CONSIDERATO IL MIGLIORE COMANDANTE OTTOMANO, ULUČ ALÌ (GIOVANNI DIONIGI GALENI), UN APOSTATA DI ORIGINI CALABRESI CONVERTITO ALL'ISLAM (DETTO OCCHIALÌ), PRESIEDEVA ALL'ALA SINISTRA CON 90 GALEE; NELLE RETROVIE SCHIERAVANO 10 GALEE E 60 NAVI MINORI COMANDATE DA AMURAT (MURAD) DRAGUT (FIGLIO DELL'OMONIMO DRAGUT VICERÉ DI ALGERI E SIGNORE DI TRIPOLI CHE ERA STATO UNO DEI PIÙ TRISTEMENTE NOTI PIRATI BARBARESCHI)"

 

 

 

GALEAZZA

 

 

LA GALEAZZA,  NAVE DA GUERRA PER ECCELLENZA VENEZIANA,  ERA RINFORZATA SUI FIANCHI CON PIASTRE DI FERRO ACCIAIATO, ERA STATA PROGETTATA ED ESEGUITA COME UNA NAVE PESANTE, MOLTO LARGA E ALTA.

 

CIÒ GLI PERMISE DI MONTARE UN GRAN NUMERO DI CANNONI, CIRCA 36 SOLO NEL PONTE DI COPERTA, E ALTRI MINORI PIAZZATI A PRUA E SUI FIANCHI.

 

LA PESANTEZZA DELLA NAVE NON DANNEGGIAVA LA SUA MOBILITÀ, LA QUALE PRIMEGGIAVA PER MANOVRABILITÀ CON UNA QUALSIASI GALEA DEL TEMPO.

 

OLTRE AI CANNONI, L'ARMA PRINCIPALE DELLA NAVE ERA COSTITUITA DALLA SUA FORZA DIFENSIVA.

 

GRAZIE ALLA  NOTEVOLE ALTEZZA DEL PONTE DI CAMMINAMENTO, LA GALEAZZA ERA PRATICAMENTE  INABBORDABILE.

 

I CANNONI ORIENTABILI  DALL'ALTO VERSO IL BASSO SITUATI A POPPA E A PRUA,  SIA FRONTALMENTE CHE LATERALMENTE AVEVANO UNA POTENZA DISTRUTTIVA FORTE NELLA DISTANZA RAVVICINATA.

 

QUESTO ARMAMENTO  FU, NELLA BATTAGLIA DI LEPANTO, UN ELEMENTO FONDAMENTALE PER LA VITTORIA CRISTIANA.

 

LA GALEAZZA, FU  IL TENTANTIVO DI MANTENERE IL DOMINIO DELLA NAVI A REMI SU QUELLE A VELA PUR DISPONENDO ANCHE DI QUESTE NELLA BATTAGLIA DI LEPANTO.

 

FURONO SCHIERATE SOLAMENTE 6 GALEAZZE, UN NUMERO ESIGUO RISPETTO ALLA QUANTITÀ DI NAVI ALLEATE E NEMICHE PRESENTI, MA CIÒ NON TOLSE LORO IL RUOLO DI PROTAGONISTE.

 

GRAZIE ALLA LORO CHIGLIA APPIATTITA, LE GALEAZZE AVEVANO UNA VELOCITA' DI SPOSTAMENTO TRE VOLTE PIU' RAPIDA DELLE ALTRE NAVI,  RISULTANDO MICIDIALI NELLO SCONTRO CON LE NAVI TURCHE.

 

LA BATTAGLIA DI LEPANTO È CONSIDERATA COME LA PIÙ GRANDE BATTAGLIA A REMI DEL XVI SECOLO.

 

DOPO IL 1571, LE NAVI DA GUERRA A REMI ANDARONO SEMPRE PIÙ SCOMPARENDO FINO AL LORO ABBANDONO.

 

S.GIUSTINA

 

la Repubblica di Venezia la elesse a speciale patrona di tutti i suoi domini, dopo la grandiosa vittoria navale di Lepanto, che venne riportata nel 1571, il giorno festivo dedicato alla Santa; da allora, a perenne riconoscenza la Zecca di Stato iniziò a coniare le Giustine, attività che continuò ininterrottamente fino alla caduta della Repubblica, nelle quali era inciso il motto: "Memor ero tui Justina Virgo".

CO9LLEZIONE - R.M.BORDIN -
CO9LLEZIONE - R.M.BORDIN -

 

 

 


 

A CANDIA IN QUEL PERIODO MUORE LA MOGLIE ANCORA IN GIOVANE ETÀ, LAURA.

 

PASQUALE CICOGNA TORNATO A VENEZIA FU ELETTO ANCORA DUE VOLTE AL MINOR CONSIGLIO,  PER L’ESATTEZZA NEGLI ANNI 1574-1575.

 

DAL GENNAIO 1576 ALL’APRILE 1577 FU PODESTÀ DI PADOVA.

 

NELLA CITTÀ DI PADOVA FU CAPITANO, TROVANDOSI AD AFFRONTARE DA SOLO (ESSENDO SCAPPATI I PROVVEDITORI ALLA SANITÀ), IL GRAVE PROBLEMA DELLA PESTILENZA CHE IN QUEI MESI ATTRAVERSAVA LA POPOLAZIONE.

 

NEL FEBBRAIO 1578 FU ANCORA UNA VOLTA CONSIGLIERE AL MINOR CONSIGLIO.

 

ESSERE ELETTO RIPETUTAMENTE A QUESTA ALTISSIMA MAGISTRATURA DOPO BREVISSIMI PERIODI DI CONTUMACIA, È COMUNE.

ANCHE PER ALTRI UOMINI ILLUSTRI, QUALI ANTONIO BRAGADIN, GIACOMO FOSCARINI E GIOVANNI SORANZO.

 

QUESTO RESTRINGERSI DEGLI ELETTI A UN PICCOLISSIMO GRUPPO DI PERSONE VA IN MANIERA SEPPURE LENTA COL TEMPO INTENSIFICANDOSI PER ARRIVARE AD UN PERIODO DI GRAVI TENSIONI POLITICHE NELLA PRIMA METÀ DEL 1580.

 

NEL 1577 E POI NEL 1578 PASQUALE CICOGNA FECE PARTE DEI QUARANTUNO ELETTORI PER LE ELEZIONI DEI DOGI SEBASTIANO VENIER E NICOLÒ DA PONTE.

 

DAL 1580 AL 1585 FU ELETTO PER CINQUE VOLTE SAVIO DEL MAGGIOR CONSIGLIO, INTERVALLANDO OGNI VOLTA CON I SEI MESI DI CONTUMACIA MINIMA; IN QUESTA CARICA L’ALTERNARSI SISTEMATICO DI POCHI NOMI È PER IL PATRIZIATO ADDIRITTURA CLAMOROSO.

 

CON PASQUALE CICOGNA VENGONO REGOLARMENTE RIELETTI MARCANTONIO BARBARO, FRANCESCO DUODO E PAOLO TIEPOLO, MENTRE ALTRI NOMI CHE COMPAIONO UNA SOLA VOLTA AFFIANCATI A LUI, LI RITROVIAMO PRESENTI IN ALTRE TERNE DI ELETTI.

 

DAL CONTINUO SCONTRO DEI GRUPPI PER LA QUESTIONE DELLA “ZONTA” DEL CONSIGLIO DEI DIECI LA POSIZIONE POLITICA DI PASQUALE CICOGNA NON SEMBRA “BARCOLLANTE”, E A TESTIMONIANZA DI QUEST’AFFERMAZIONE LO TROVIAMO ELETTO NEL 1582 A PROVVEDITORE SOPRA LE FORTEZZE E NEL 1583 PROCURATORE DI S.MARCO.

 

IL SUO INDISCUSSO PRESTIGIO LO PORTA NEL 1584 A PROVVEDITORE DELL’ARSENALE.

 

ALLA MORTE DEL DOGE NICOLÒ DA PONTE AVVENUTA NEL 1585 LA SITUAZIONE NELL’AMBITO DEL PATRIZIATO VENEZIANO ERA ANCORA TESA.

L’ELEZIONE DEL NUOVO DOGE ERA PARTICOLARMENTE LABORIOSA, TURBATA DA TUMULTI ARMATI ALL’INTERNO DEL PALAZZO DUCALE.

SI CREÒ UNO SCHIERAMENTO DEL VECCHIO PATRIZIATO ATTORNO A VINCENZO MOROSINI, CUI SI OPPONEVA PRINCIPALMENTE IL PROCURATORE GIACOMO EMO.

NEL MOMENTO IN CUI FU CHIARO CHE L’ELEZIONE DI VINCENZO MOROSINI NON SAREBBE PASSATA, I SUI SOSTENITORI CHE AVEVANO IN PRECEDENZA VIVACEMENTE OSTEGGIATO IL DOGE NICOLÒ DA PONTE, RIPIEGARONO IMMEDIATAMENTE SU PASQUALE CICOGNA, AVENDO LO STESSO MOROSINI RINUNCIATO.

 

 

IL 18 AGOSTO 1585 PASQUALE CICOGNA  E' ELETTO DOGE.

 

 

L’ELEZIONE DI PASQUALE CICOGNA AL DOGATO, AVVENUTA IL 18 AGOSTO 1585, FU SENZA OMBRA DI DUBBIO FRUTTO DI UN COMPROMESSO, ANCHE SE CON MOLTA PROBABILITÀ NON SI TRATTÒ DELLA SCELTA DI UN’UOMO DECISAMENTE MINORE E NEUTRALE, SEBBENE DI AVANZATA ETÀ, E NEPPURE DI UN RIUSCITO TENTATIVO DEL PATRIZIATO “VECCHIO”...SCONFITTO... SE COSÌ VOGLIAMOLO DEFINIRE.

 

SI POTREBBE TENERE IN CONSIDERAZIONE IL FATTO CHE IL TENTATIVO DEL PATRIZIATO “VECCHIO” MIRANTE A SQUALIFICARE IL DOGATO CERCASSE OSTENTATAMENTE DI ELEGGERE UN MEMBRO DELLE FAMIGLIE DI PIÙ RECENTE NOBILTÀ.

 

COMUNQUE SONO DELL’AVVISO DI CREDERE PIUTTOSTO NELLA RISOLUZIONE DI RIPIEGO DELLA PARTE CHE SI RICONOSCEVA IN VINCENZO MOROSINI, PARTE ALLA QUALE PASQUALE CICOGNA SEMBRA ESSERE STATO LEGATO SIA DAL PUNTO DI VISTA POLITICO SIA DA QUELLO RELIGIOSO.

 

SICURAMENTE PASQUALE CICOGNA NON FU NEI CONFRONTI DEL MOROSINI UN FERVIDO PARTIGIANO E NEMMENO UNO DEI MAGGIORI ESPONENTI SOSTENITORI.

 

NELLA CRONACA DEL TEMPO SI NARRA CHE PASQUALE CICOGNA SAPESSE DELL’ELEZIONE MENTRE SI TROVAVA IN PREGHIERA NELLA CHIESA DEI CROCIFERI E CHE SI RECASSE QUINDI IN PALAZZO DUCALE DOVE PRONUNCIÒ: ...CINQUANTA PAROLE BENISSIMO... .

 

IL POPOLO, CHE SI ASPETTAVA UNA MUNIFICA DISTRIBUZIONE DI DENARO DA PARTE DEL PIÙ RICCO VINCENZO MOROSINI, LO ACCOLSE CON POCO ENTUSIASMO.

 

STRANAMENTE CON L’ELEZIONE AL DOGATO L’AZIONE POLITICA DI PASQUALE CICOGNA PERDE DI INCISIVITÀ E GLI AVVENIMENTI DELLA SUA VITA SI CONFONDONO CON QUELLI UFFICIALI DELLA REPUBBLICA.

 

IL SUO DOGATO FU CALMO E PRIVO DI AVVENIMENTI IMPORTANTI, TUTTAVIA PASQUALE CICOGNA IN QUESTO PERIODO PACIFICO DEDICÒ IL SUO TEMPO AL RIFACIMENTO DEL PALAZZO DUCALE, ALLA COSTRUZIONE DEL PONTE DI RIALTO, ALLA COSTRUZIONE DELLA CHIESA DEL REDENTORE, E ALLA IMPORTANTE COSTRUZIONE DELLA FORTEZZA DI PALMANOVA.

 

 

 

 

COLLEZIONE  R.M.BORDIN
COLLEZIONE R.M.BORDIN
COLLEZIONE - R.M.BORDIN -
COLLEZIONE - R.M.BORDIN -

 

 

 

 

PASQUALE CICOGNA SI DEDICÒ AL RACCOGLIMENTO ED ALLA RIORGANIZZAZIONE DI MATERIALE GIURIDICO.

 

SICURAMENTE PER LA REPUBBLICA NON MANCARONO I GROSSI PROBLEMI COME LA PESTE DI CANDIA, LA GRANDE CARESTIA CHE COLPÌ TUTTA L’ITALIA, AD AGGIUNGERE, I PROBLEMI LEGATI ALLA POLITICA ESTERA.

I RAPPORTI COL PAPATO FURONO BUONI DURANTE IL PONTIFICATO DI PAOLO SISTO V.

SICURAMENTE LE RELAZIONI PACIFICHE VENETO-ROMANE DI QUESTO PERIODO ERANO DA ATTRIBUIRSI ALL’INFLUENZA DEL DOGE PASQUALE CICOGNA, CHE ERA VISTO A ROMA CON LA FAMA DI ORTODOSSIA E SANTITÀ.

 

ENTRAMBI GLI STATI SI MOSSERO IN SENSO NON ECCESSIVAMENTE FILOSPAGNOLO, NEMMENO IL PAPA PRETENDEVA TROPPO DA VENEZIA SUL FRONTE TURCO.

I RAPPORTI TRA VENEZIA E ROMA SI ALTERARONO CON IL PONTIFICATO DI CLEMENTE VIII PER QUESTIONI GIURIDIZIONALI E POLITICHE, PER L’INFLUENZA SPAGNOLA IN CURIA E PER IL PROBLEMA DELLE GUERRE CIVILI IN FRANCIA, CON IL RICONOSCIMENTO PAPALE AD ENRICO IV.

 

LA PIAGA PER VENEZIA ERA COMUNQUE IL CONTROLLO DELLA SITUAZIONE SUL MARE, RESA PRECARIA DAGLI USCOCCHI E DALLE MANOVRE TURCHE .

 

 

PASQUALE CICOGNA MUORE A VENEZIA IL 2 APRILE 1595 E PER SUA VOLONTÀ VIENE SEPOLTO NELLA CHIESA DEI CRUCIFERI, ORA CHIESA DEI GESUITI.

 

 


CANALETTO


CHIESA DEI CROCIFERI-VENEZIA

 

 

 

fonti e bibliografia

 

 

 

ARCHIVIO DI STATO DI VENEZIA

 

 

Libro d’Oro e Balla d’Oro, nascite e matrimoni, sub voce Cicogna

ibd., Avogaria di Comun, Nascite Patrizi, reg.51/1

Cronaca Matrimoni, reg. 107

Testamenti,b.659,N°710

Segretario alle Voci, Regg. elezioni Maggior Consiglio dal 1529 al 1578

Regg. Senato dal 1531 al 1585.

Guida generale, IV, p. 952; Da Mosto, I, p. 110

 

ARCHIVIO DI STATO DI BRESCIA

 

Capi Consiglio dei Dieci, Lettere ai Rettori :b.285-ff.134-142-143-144-147-148-150-151-162- b.83-ff.1-3-4-7-13-18-197 b.- b.135-ff.235-237-238—b.286-ff.255-256.

Senato Relazioni Rettori b.33.

 

VENEZIA BIBLIOTECA NAZIONALE MARCIANA

 

Codici Italiani , cl.VII,925-:8594 M.Barbaro, Arbori dei patrizi veneti, c.245r.cl.VII,15-:8304-G.A.Cappellari Vivaro - Il Campidoglio veneto, c.263r.

Scelta delle orationi fatte nella creazione del serenissimo principe di Venezia, , Venezia 1587. Pasquale Cicogna

E.Piccolomini, Oratio in funere Paschalis Ciconiae,Venetiis 1595.

F.Sansovino - G.Martinioni, Venetia città nobilissima et singolare, Venezia 1663 -pagg. 170-171-623-624.

A.Morosini, Istorie veneziane, Venezia 1719, pag. 582 - 1720, pagg.50-181-188-189.

A.Zeno, Compendio della storia veneta, Venezia 1847.

 

ZECCA

 

Archivio di Stato

 

Senato Terra, Reg.LIX, carteggio 144 tt.- LXIII carteggio 95 t.- 146 t.

Provveditori in Zecca, Ori et Monete. Scartafaccio di Memorie di Francesco Marchiori Maestro in Zecca - Documento CCLIX.

Leggi Venete in materia di Monete dall’anno 1553 all’anno 1717, in4°.

 

BIBLIOTECA MARCIANA

 

Mss.Italiani, Cl, VII, MDCCCC, n°21

 

Papadopoli Aldobrandini, Le monete di Venezia

 

 

 

22 PX -TESTO